Beppe Rocca e la Medicina di Massa: Pratiche di Cura e Salute Volume 3 (Copertina rigida di lusso a colori)

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C’era una volta una piccola frazione chiamata I Forti. Mi dicono che sono nato su quelle colline tristi che Cesare Pavese ha descritto nei suoi libri. Nonna Letizia era sicura che avessi talento, e mi ha convinto a studiare, studiare… perché lavorare stanca! La professoressa di inglese era sicura che sei non sai l’inglese, non puoi far parte della comunità scientifica. Sherlock Holmes mi ha insegnato che il diavolo si nasconde nei dettagli. Carla era la donna che capiva i romanzi e mi ha insegnato a leggere. Volevamo andare a Capo Nord, ma abbiamo fuso la 500 a Copenaghen. Per i compagni di liceo ero un outsider perché avevo letto l’Ulisse di Joyce in inglese. Per i compagni di università e per i professori ero un outsider perché studiavo i manuali in lingua inglese. Devo averli impressionati, perché il loro voto era sempre 30 e lode! Franco Basaglia era un liberale illuminato, anche se le malattie mentali esistono. A Londra il menu era molto vario: lunedì malattie intestinali e endoscopia. Mercoledì il fegato. Giovedì il cuore. Venerdì polmone. Sabato il cervello. Molti si chiederanno perché sono passato dalla Terapia Intensiva e la Medicina d’Urgenza all’Epidemiologia e alla Statistica, poi all’Intelligenza Artificiale e alle Neuroscienze e infine ho approfondito la biologia e con Giulia abbiamo inventato la Medicina Investigativa Moderna. Ho iniziato a raccontarlo in questo terzo volume della mia autobiografia scientifica e spero di finire con il settimo volume!

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